La costruzione dell’edificio iniziò nel 1720, su iniziativa sostenuta anche da papa Clemente XII. Completata nel 1737, fu ufficialmente aperta al culto il 7 maggio 1742, alla presenza del vescovo Bernardino Vari. Tra il 1746 e il 1747 fu realizzato un grandioso affresco raffigurante i Santi Elia, Anastasio e Nonnoso in adorazione del Salvatore, accompagnati ai lati dai Santi Pietro e Paolo. Nel 1750 venne creato il primo tabernacolo, poi sostituito nel 1902; il tabernacolo originale è stato riutilizzato per conservare l’Olio Santo.  

Nel corso degli anni, la chiesa ha subito diversi interventi di manutenzione e restauro: il tetto fu rifatto nel 1950, mentre nel 1983 l’edificio fu adeguato alle norme liturgiche del Concilio Vaticano II. Tra il 2006 e il 2007 vennero eseguiti ulteriori lavori di restauro.  

La facciata della chiesa, a capanna e orientata verso nord, è divisa in due sezioni da una cornice marcapiano, entrambe articolate da lesene. Nella parte inferiore si trova il portale d’ingresso dal profilo mistilineo, mentre quella superiore presenta una finestra centrale ed è sormontata da un timpano triangolare.  

Accanto alla chiesa si erge il campanile a pianta quadrata, con una cella campanaria dotata su ogni lato di una monofora incorniciata da lesene in stile corinzio; la struttura è coronata da una cupoletta posata su un tamburo ottagonale.  

L’interno della chiesa è costituito da un’unica navata, con cappelle laterali introdotte da archi a tutto sesto. Le pareti sono scandite da paraste che sorreggono una trabeazione modanata, sopra la quale si imposta la volta a botte. L’aula termina con il presbiterio, sopraelevato e delimitato da balaustre, che si conclude in un’abside di forma quadrangolare.