Via Giovanni Gentile
Gli insediamenti fortificati, caratteristici del Medioevo europeo, rappresentano un'importante espressione dell’evoluzione abitativa e difensiva.
Tali strutture, spesso costruite su colline o posizioni elevate, includevano castelli o fortificazioni, progettate per garantire la protezione degli abitanti.
Nel corso dei secoli, il territorio ha subito trasformazioni significative dovute all’antropizzazione, un processo che ha guidato la strutturazione degli insediamenti. Inizialmente, queste comunità si svilupparono come piccoli nuclei mobili, influenzati da fenomeni naturali e climatici che ne ritardavano la stabilità. Con il tempo, la transizione dalla pastorizia all’agricoltura portò a una progressiva sedentarizzazione, nonostante le difficoltà legate alla fertilità temporanea dei terreni.
Le prime comunità si organizzarono in distretti consorziali, con l’obiettivo di affrontare esigenze comuni quali la difesa, la gestione delle risorse e il culto religioso. Questi gruppi tendevano a stabilirsi in aree che garantivano sicurezza, come alture naturali o zone protette da burroni, dando origine ai **"pagus"** fortificati.
Nell’area agro-falisca, questa organizzazione territoriale si consolidò con la creazione di insediamenti difesi da fossati e mura, spesso ricavati direttamente nel tufo vulcanico, materiale largamente disponibile, resistente e facilmente lavorabile. Gli insediamenti, pur rimanendo legati alla loro funzione originaria, assunsero nel tempo anche ruoli economici, religiosi e politici.
Alcuni villaggi del territorio, come Pizzo di Jella, Castel Sant'Elia, Nepi, Selva d’Ischi, Castel Porciano e Castel Paterno, conservano ancora oggi tracce di questa antica struttura, offrendo un'immagine della vita medievale. Questi centri erano costituiti da abitazioni scavate nel tufo, spesso organizzate su più livelli, e includevano magazzini sotterranei, cunicoli e spazi per la conservazione di alimenti.
Il ciclo vitale di molti di questi insediamenti fu breve: la maggior parte venne abbandonata tra il XIV e il XV secolo. Tuttavia, la loro conservazione, seppur parziale, permette di studiare l’evoluzione urbanistica dei piccoli centri del Lazio, dove l’ambiente naturale e l’opera dell’uomo si integrano in una simbiosi unica.
Siti come Isola Conversina, Calcata e Castel Sant'Elia testimoniano questa eredità. Sebbene le abitazioni fossero spesso semplici capanne di legno e paglia, costruite su basi tufacee, alcune strutture in muratura, come torri e chiese, offrono spunti per comprendere l’organizzazione sociale e funzionale del periodo.
La sensazione che si prova visitando questi luoghi è quella di un "fermo immagine" storico, dove il paesaggio e le testimonianze umane sembrano rimanere sospesi nel tempo, offrendo un affascinante sguardo sul passato.
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